Il tempo dell’attesa,
e quello del tormento,
non sembrano più coincidere.
Li vivo, comunque.
Ma con immobile terrore,
in un fremito di antichi entusiasmi.
Il buio sovrasta la luce;
io
sento che non c’è più niente.
Sul fondo del barile,
tra tracce di cuore e schegge di memoria,
fanno a gara scampoli di giorni sbiaditi:
sono loro a divorarmi,
sono loro a guidarmi,
sempre loro a illudermi.
Illusione.
Prezzo crudele che pago
nel cercare ancora di viverti.
Eppure, scontando amare colpe,
non torna mai il mio conto:
vittoria non c’è
per chi giace sconfitto.
Il tempo in cui
incatenai il tuo volto
alla mia felicità
si è consumato miseramente.
E il fumo che resta
offusca i sensi,
confonde il cuore,
disperde la tenerezza.
Non ritornerai.
Non più.
E io non amerò.
Mai più.