I miei allievi…

Cari lettori e lettrici quest’oggi, qui su Legenda Poetica, abbiamo il grande piacere di ospitare un componimento di un’autrice napoletana che seguiamo ormai da molto e che, nel corso del tempo inesorabile, ci ha visti crescere, umanamente e professionalmente. L’autrice ci ha omaggiato con questa sua poesia, composta nel 2010, e che riportiamo qui integralmente. Ciò che più contraddistingue questi versi, a nostro avviso, è quel qualcosa di semplice che rimanda al quotidiano e alla vita che trascorre, a partire da un evento di per sé positivo (un nuovo inizio, un nuovo ruolo); tuttavia, traspare nel racconto anche il gioco della ripetitività, non voluta ma presente, che già da subito logora nel profondo. A necessario corollario di questa parabola non del tutto positiva, è rimarcata poi una palpabile ipocrisia dei rapporti, codificati e non, così forte da rappresentare una nota potente che disturba e disorienta.
La poesia appare dunque come il luogo necessario per interiorizzare, lavorare e riflettere su quanto si è vissuto. La didattica viene assorbita, infatti, dal pensiero poetico e filtrata da quest’ultimo,  efficace strumento di connessione col mondo.
Solo la forza della poesia, linguaggio dell’animo, slancio del cuore, riesce a creare una soluzione ‘altra’, necessaria al superamento delle barriere, in un momento di conforto assoluto per le umane sofferenze.

Come sempre, buona poesia e #StateLettori!

di A.S.

Ho molti figli,
non nati dal mio ventre.
Sono persone che passano
tempo con me, con i libri.
Sono presenze di vita.

4 dicembre ’09
Aulario di via Perla, sono ferma
al cancello, ed aspetto.
Ho dato l’indirizzo qualche volta
a colleghi, a persone
non note, per appuntamento.

Aulario di via Perla, è un anno intero
che attraverso il cancello.
Non so se val qualcosa il mio sorriso
al guardiano, all’ingresso;
il sapore del caffè ha un gusto nuovo
prima e dopo il lavoro; è diverso.

Un giorno una ragazza mi ha fermato
mentre entravo, ero a piedi,
insieme ai miei colleghi
di francese e storia greca, sfumacchiando;
sembrava sincera, e spaesata;
mi ha detto che le mancano le ore
delle lezioni di latino, l’anno scorso,
perché ora ha problemi di crediti.
Lessico, questo dei crediti,
che solo pochi possono capire,
ma che sta entrando nelle vene
della mia vita quotidiana.

Aulario di via Perla, caldo e sole.
I banchi all’aula uno sono stati
luogo aperto, di voci.
Con me poeti antichi, e soprattutto
i ragazzi del corso.
Sono la nuova docente di latino,
mi hanno detto vulcano;
mi hanno anche un po’ odiata,
ma più o meno va bene.
Molto meglio di prima.

empty-classroom

 

Di’ pure quel che pensi